Effettuare una sessione di corsa alla propria soglia anaerobica consente di allenarsi meglio, bruciando di più e ottenendo più velocemente i risultati desiderati: ecco perché.
Persino i più sportivi potrebbero avere qualche problema nel definire cosa s’intende esattamente con il termine soglia anaerobica. Nonostante sia una parola poco utilizzata, in realtà il concetto di soglia anaerobica può rivelarsi estremamente utile per un allenamento efficace e calibrato, che consente cioè di bruciare grassi più velocemente e ottenere i risultati sperati grazie alla conoscenza dell’organismo e di alcune piccole astuzie da sportivi.
La soglia anaerobica di una corsa, che può durare dai trenta ai sessanta minuti, non è altro che la velocità che si riesce a mantenere senza avere un fiatone tale da costringere a rallentare, diminuendo progressivamente il ritmo. Così facendo – ovvero effettuando una sessione di corsa alla propria soglia anaerobica (che ovviamente non è uguale per tutti, ma cambia molto a seconda del soggetto), si riesce a migliorare di molto la propria capacità aerobica e si bruciano più calorie, poiché ci si allena ad un’intensità maggiore e per più tempo, senza fermarsi a riposare. Ma come fare a individuare con esattezza la propria soglia anaerobica?
Risulta essere molto semplice: la prima volta sarà sufficiente tenere il ritmo per alcuni chilometri (massimo una decina); quando si nota che non si fatica più come all’inizio, si può cominciare ad aggiungere mezz’ora o un’ora di corsa supplementare, continuando al contempo a lavorare sulla velocità, aumentandola progressivamente. Per capire qual è la propria soglia anerobica sarà necessario riuscire a trovare il ritmo e la velocità giuste, ovvero correre in maniera tale da non affaticarsi eccessivamente, ma al tempo stesso avvertire lo sforzo dell’allenamento, cioè affidarsi alle sensazioni che il corpo ci trasmette: se l’organismo fa fatica, ma regge il ritmo anche per mezz’ora, allora probabilmente ha raggiunto la sua soglia anaerobica.